HAVE WE BECOME THE INTERNET? . NOVA MILANESE (MI) . RECENSIONE DI GIULIA RESTIFO
Fonte: www.cerchiomagazine.altervista.org
Il 26 luglio 2015, al Parco Vertua di Villa Brivio (Nova Milanese), ha inaugurato il Glitch Village, seconda tappa di Have we become the internet?, un progetto di Parasite2.0 a cura di Dario Giovanni Alì e Simona Squadrito, con il supporto della Fondazione Bice Bugatti. Durante l’estate, il Glitch Village è stato vissuto come parte integrante del parco, e l’auspicio è che artisti, critici e pubblico sviluppino una serie di riflessioni intorno a un argomento di attualità: quello dell’iperconnessione e delle sue forme di resistenza.
L’intervento di Parasite2.0 per il Glitch Village consiste nella realizzazione di una Glitch Cave e di un Off-Line Pavilion, due moduli pensati come potenziali strutture espositive e di incontro. Nello specifico, la Glitch Cave si pone come possibile e ironico modello alternativo al canonico white cube: gli artisti invitati al progetto potranno scegliere se collocarvi o meno le proprie opere, confrontandosi con uno spazio fortemente connotato. L’Off-Line Pavilion, invece, fungendo da doppio speculare della Glitch Cave, è stato costruito per ospitare in potenza l’incontro e lo scambio tra persone. La prima struttura è chiusa, la seconda è aperta e insieme rappresentano simbolicamente la polarizzazione tra una modalità dell’esistenza online e una offline. La riflessione che il Glich Village ispira è che la divisione netta tra spazio virtuale e spazio reale oggi è tanto drastica quanto non fondata, come mostra il contenitore del villaggio stesso, molto più antico dell’avvento di internet, ovvero la natura, in cui la connessione tra gli elementi avviene off-line tramite la terra (le radici) ma si sposa armoniosamente con tutto quanto accade online (i pollini e i follicoli tramite cui gli elementi viventi si generano).
All’intervento del collettivo si è aggiunto quello dell’artista m, che il giorno dell’opening ha inaugurato una FREE Wi-Fi ZONE all’interno del parco, disponibile fino a settembre. L’artista ha dato la possibilità ai frequentatori del luogo di connettersi gratuitamente a internet. Un gesto generoso nei confronti di una comunità, ma al tempo stesso politico, poiché spinge ad alcune riflessioni su una questione di grande importanza ai giorni nostri: quella del diritto al Wi-Fi libero.
m ha inoltre intervistato il pubblico della mostra, sottoponendolo a una serie di domande incentrate sull’utilizzo consapevole di internet da parte degli utenti e sull’apporto di cambiamento che il web dà al nostro vivere quotidiano. La modalità dell’intervista, dall’altro lato, ripete le dinamiche relazionali che – spesso inconsapevolmente – integriamo nella nostra quotidianità, dato che m ha chiesto agli intervistati di rispondere alle domande in modalità selfie e autocelebrativa. Le interviste serviranno alla realizzazione di un documentario.
L’altro artista coinvolto è Thomas Berra, che ha ricontestualizzato una sua precedente opera nell’ottica dell’atmosfera del Glitch Village. Le 35 bandierine in pvc hologram, fissate su 40 metri di corda, sorvolano il Glich Cave e l’Off-Line Pavilion costituendo così il legame tra virtuale e non virtuale. Nel 2012, all’ex Zoo di Torino, l’artista aveva realizzato l’opera La festa è finita, installando dei filari di bandierine policrome tra gli alberi del parco. Nel 2015, la festa è ricominciata presso il Parco Vertua di Nova Milanese. La policromia dell’opera del 2012 ha ceduto il posto al pvc utilizzato da Parasite2.0 per la realizzazione della Glitch Cave. L’elemento festoso e ludico dell’opera diviene qui il simbolo concreto dell’incontro e della necessaria messa in discussione del trovarsi regolarmente online, creando in questo modo una corrispondenza con la riflessione intrinseca dell’Off-Line Pavilion e un invito gioioso e giocoso a incontrarsi ancora una volta di persona e senza filtri per far festa.
Infine, nel corso dell’intera giornata di inaugurazione, il fashion stylist Tomas C. Toth e il fotografo Gautier Pellegrin hanno utilizzato la Glitch Cave e il parco come set di uno shooting fotografico ispirato all’argomento trattato e i cui risultati saranno pubblicati su Schön! Magazine. La loro declinazione è stata quella di un’astrazione dell’identità. Location e abiti hanno giocato su un’idea di contaminazione tra natura e web, attenuando così la polarizzazione di questi due termini trasmessa dalle opere in mostra.
Una programmazione che partirà dalla seconda metà di settembre vedrà altri artisti coinvolti e lo spazio rimodellarsi come regolarmente noi ci riadattiamo alle nuove scoperte del web. Ma questa volta saranno gli artisti a proporre le regole del gioco nel parco.